Raccontare una storia si fa dall'alba dei tempi e al momento non si riesce a smettere. Oggi alcune non vengono più regalate dai nonni ai propri nipotini... Altre, più nuove, sembra non abbiano voce o meglio non trovino orecchie in ascolto.
Per questo abbiamo pensato ad un nuovo, piccolo, strumento e lo abbiamo immediatamente chiamato “RadioCentoMondi”.
Si chiama così, anche se è un vero e proprio “web magazine”, perché trasmette con una base sonora propria. In questo senso i radiodrammi devono essere considerati come la voce “fuori campo” della storia che raccontiamo: il tasto player del sistema di viaggio. Una volta avviato, vorremo consigliarvi, durante l'ascolto, di guardare il video e i correlati e, se volete, miscelare l'audio del video con quello del radiodramma stesso, per leggere magari l'articolo, e scoprirne le fonti.
Il Suono è come una mappa utile ma parziale, disegnata da tecniche di rilevazione dei “luoghi” ormai testate nel tempo e definite sotto il termine di “cut & mix”.
Il Racconto usa i moderni stili di contraffazione come il “mash-up” o il più tradizionale re-mix e preleva anche direttamente dai reportage della rete. Inoltre prefigura l'idea che frammenti di culture diverse e fisicamente lontane finiscano per somigliarsi al punto che gli elementi formino un linguaggio nuovo, fomentino emozioni.
La Rete genera organismi che producono entità in cammino verso nuove identità e il nostro racconto sonoro si imbeve di questa logica. Su come farlo, non c'è stato bisogno di parlarne troppo, i temi narrati hanno indirizzato da soli la rotta.
Web magazine sui diritti
negati nel mondo
Fatti, ragionamenti, racconti, immagini e suoni
che si spostano sulle “onde della rete”
La mission
La possibilità di creare un’unica soluzione di continuità tra il nostro mondo e i “mondi diversi”, di cui però siamo volenti o nolenti “contaminati” da diverse generazioni, nella musica, nelle arti, nella gastronomia, può stimolare una nuova “cultura pubblica”.
Conoscere meglio chi sono quelle persone che riteniamo “diverse da noi“ e che incontriamo quotidianamente per strada o sull’autobus o al supermercato o ancora sul pianerottolo, può aiutare a comprendere che qualcosa di loro fa parte di noi da tempi remoti.
Gli obiettivi
Diventa nevralgico promuovere una cultura informativa legata alle prassi della comunicazione giornalistica scevra dalle distorsioni del sistema mediatico, ristabilendo la giusta equazione tra gerarchia delle notizie e il valore pubblico delle stesse, al fine di superare dettami e stereotipie proprie al mercato delle notizie. E‘, in qualche modo, l’idea di ridefinire la mappa sociale della comunicazione, soffermandosi sui paesi del sud del mondo, per focalizzare l’attenzione su quello che succede laggiù.
La metodologia
Il racconto è la metodologia di lavoro utilizzata, le storie di vita privata, di chi diventa migrante, ne sono lo strumento, proprio perché quelle storie hanno una fortissima natura pubblica, in quanto ci spiegano il nostro tempo. Quelle storie sono la cronaca di tutti i giorni, drammatizzata dal mercato delle notizie, che però non spiega come noi, cittadini europei, siamo, in qualche modo, responsabili di questo dramma epocale.
Ma c'è anche un discorso sul linguaggio che ci tocca da vicino e ci stimola a mettere a fuoco diverse tipologie di comunicazione, testuale, sonora e visiva, col preciso intento di sperimentare forme di racconto, costruite su ritmiche diverse. Ognuna utilizza un linguaggio differente nel suo pezzo di racconto, ma quando tutte vengono messe insieme diventano il racconto stesso.
Le sincronie e le fonti
L'uso di materiale sonoro, proveniente dai media di massa videotelevisivi, e messi in rete, permette di amplificare la carica emotiva sul contrasto tra bianco e nero. Il Suono è come una mappa utile ma parziale, disegnata da tecniche di rilevazione dei “luoghi” ormai testate nel tempo e definite sotto il termine di “cut & mix”. Il Racconto sonoro, che si aggiunge a quello giornalistico, usa i moderni stili di contraffazione come il “mash-up” o il più tradizionale re-mix. Inoltre prefigura l'idea che frammenti di culture diverse e fisicamente lontane finiscano per somigliarsi al punto che gli elementi formino un linguaggio nuovo, fomentino emozioni. La Rete genera organismi che producono entità in cammino verso nuove identità e il racconto sonoro si imbeve di questa logica.