Il poeta della favela

 

La vita dei bambini nella favela si basa sul concetto di assenza… Assenza di una vera e propria famiglia… Assenza di una casa dignitosa… Baracche tirate su con mattoni e lamiere, possibilmente senza acqua corrente e servizi e senza un sistema fognario…

 

L’uomo di sua madre non era suo padre… Per lei era stata una storia veloce con un altro. E quel piccolo appena nato era già il bastardo! Non poteva far parte di quella famiglia… Ma lui era solo un bambino… solo un bambino…Non lo volevano perché suo padre non era lo sposo di sua madre… L’hanno messo in un orfanotrofio! I suoi primi cinque anni di vita li ha passati in un orfanotrofio… Poi la madre venne a riprenderselo, e da lì è iniziata la sua vita nella favela.

 

C’è molta confusione per le strade della favela, la polizia si accinge a formare un posto di blocco. C’è la telecamera di un videoamatore che filma tutto quello che succederà da lì a poco. C’è Reginaldo José dos Santos, alias Rambo, a comandare questa squadra.

 

Assenza di prospettiva sul futuro. E’ difficile pensare di poter uscire un giorno dagli stretti vicoli che dividono le loro “case”. Calixto c’è nato lì, la sua storia è la storia dei bambini del Brasile, quelli che con disprezzo vengono chiamati “meninos da rua”. E’ storia di soprusi, di abbandono, di criminalità, di droga… Ma è anche una storia di salvezza, grazie alla poesia, grazie alla musica…

 

Appena entrato inizia a drogarsi con colle, solventi, pillole, qualsiasi cosa potesse essere utile… A 17 anni però passa al crack misto alla marijuana… Calixto attraversa l’adolescenza… Fa da prima lo scippatore in una banda, poi passa a rubare auto. Ormai è pronto per essere assoldato dal crimine organizzato. Poi un giorno…

 

Il cielo terso fa da sfondo a quello che diventerà un inferno di lì a poco… Due uomini di Rambo fermano una macchina. Alla guida vi è un ragazzo di ventotto anni. Viene fatto uscire fuori e preso a legnate. Dopo un po’ lo lasciano andare. Il ragazzo si rimette in auto e mentre sta per partire: BUM!!! BUM!!! I due poliziotti gli sparano.

 

Quello dei “meninos da rua” è uno dei fenomeni che meglio rappresenta il Brasile. In effetti c’è una differenziazione da fare: Sono chiamati, ripetiamo in termini dispregiativi, “meninos da rua” quei bambini che vivono giorno e notte in strada, facendo i lustrascarpe o i lavavetri, abbandonati dalla famiglia o fuggiti da casa. Poi ci sono i “meninos na rua”, i bambini nella strada, che conservano legami con la famiglia, costretti a lavorare da questi in strada.

 

Era pomeriggio. Calixto era seduto nel cortile di casa. Era con altri amici che scherzava come si fa tra ragazzini, sembrava che la vita per qualche momento gli avesse restituito l’adolescenza, aveva diciassette anni, anche se parlava come un adulto: “Questa è l’ultima sigaretta che fumo”, diceva agli amici, accendendosene una già tra le sue labbra. Gli amici lo prendevano in giro per quello che aveva detto, gli davano dello sbruffone. E lui si faceva serio, come per darsi un tono, ma poi tutti scoppiavano a ridere.

 

Viene fatto uscire fuori e preso a legnate. Dopo un po’ lo lasciano andare. Il ragazzo si rimette in auto e mentre sta per partire: BUM!!! BUM!!! I due poliziotti gli sparano. “Viene fermata un’altra auto. Un altro ragazzo. Lo prendono e lo sbattono per terra. Inizia il suo calvario.

 

Sono questi i soggetti deboli della società globale, ultimo anello della catena sociale. In Brasile la realtà dei minori rappresenta forse una tra le più grandi aberrazioni della società globale.

 

Fuori, sulla strada, si sentivano dei rumori e quasi immediatamente alcuni spari… I ragazzi scapparono a vedere cos’era successo. C’erano dei poliziotti con le pistole in mano e molta confusione in quel pezzo di favela. Una persona era per terra in una pozza di sangue, senza vita: era il fratello di Calixto, il quale stava in piedi davanti a quel corpo esanime…

 

Viene fermata un’altra auto. Un altro ragazzo. Lo prendono e lo sbattono per terra. Inizia il suo calvario.Viene calpestato e preso a manganellate, l’operatore ne ha contate 38 in tre minuti. Rambo, sembra quasi divertito nel martoriare il giovane. La scena cambia. Rambo se lo trascina in disparte, il video non arriva a filmare. Pochi secondi però e BUM!!! BUM!!! Si sentono nitidamente gli spari che tolgono la vita al ragazzo.

 

Venti milioni circa di bambini brasiliani, di età compresa tra gli 0 e i 14 anni vivono in famiglie indigenti, il cui reddito pro capite non supera il mezzo salario minimo. Il numero corrisponde al 40 percento della popolazione compresa in questa fascia di età. Alla fine degli anni novanta erano stati calcolati circa dieci milioni di meninos, un terzo dei quali non è arrivato al diciottesimo anno di vita.

 

Da allora Calixto ha smesso di fumare. Ha deciso di riprendersi il controllo della mente. Si obbliga, ogni giorno, qualunque cosa faccia, se cammina per strada o se gira per il quartiere, ad osservare la realtà che lo circonda e a comporre rime, poesie, storie, che la raccontino….