Mali, primi arresti

per l'omicidio dei giornalisti francesi

 

Cinque persone sono state consegnate dalla gendarmeria maliana
alle forze francesi di stanza nel grande Paese sub sahariano.
Manca la conferma ufficiale del governo di Parigi

 

globalist.it - 4 novembre 2013

La gendarmeria maliana ha arrestato cinque persone sospettate di aver avuto un ruolo nell'uccisione di due giornalisti francesi nel nord del Paese sub sahariano il 2 novembre scorso. L'arresto sarebbe avvenuto secondo fonti locali, a Kidal, nel nord del Mali, all'interno di due dei campi che ospitano i ribelli del Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad (Mnla). La gendarmeria maliana è impegnata insieme ai militari francesi nella ricerca degli assassini di Ghislaine Dupont e Claude Verlon.

I cinque sarebbero al momento in mano alle forze francesi e dovrebbero essere trasferiti a Gao. Questa versione della vicenda, rilanciata anche da radio Europe 1, non trova per il momento una conferma ufficiale, visto che il ministro francese degli Esteri, Laurent Fabius, ha dichiarato questa mattina in un'intervista di non poterla "sottoscrivere". Il ministro ha tuttavia affermato che ieri sono state avviate "operazioni per identificare un certo numero di persone all'interno dei campi" e che queste operazioni sono tuttora "in corso".

 

Le elezioni in Mali

 

Si sono svolte ieri, dopo un anno di crisi politica,

un colpo di stato militare e l'intervento dell'esercito francese

 

 

MALI

Domenica 28 luglio si sono svolte in Mali le prime elezioni presidenziali dopo la crisi politica cominciata nel gennaio del 2012 e il colpo di stato militare di marzo che ha portato alla deposizione del presidente Amadou Toumani Touré. Non c’è ancora nessun dato ufficiale sui risultati e nessuno dei 27 candidati  - tra cui una sola donna – ha rilasciato dichiarazioni. L’unica certezza è che il tasso di partecipazione è stato superiore rispetto alle precedenti elezioni e che durante la giornata non ci sono stati incidenti.
 
Secondo la stampa locale, sarebbe in netto vantaggio l’ex primo ministro Ibrahim Boubacar Keïta (69 anni) leader del partito Assemblea per il Mali e dato per favorito anche prima del voto. Il suo principale avversario è l’ex ministro dell’economia e delle finanze Soumaïla Cissé. Se il risultato non sarà netto, i due candidati che avranno ottenuto più voti andranno al ballottaggio l’11 agosto.
 
Il risultato del voto è atteso come la possibile soluzione alla crisi politica del paese iniziata nel gennaio del 2012. Nell’ultimo anno il Mali ha infatti attraversato un periodo molto turbolento: l’anno scorso la minoranza tuareg nel nord del paese è insorta contro il governo, c’è stato un colpo di stato militare e poi una seconda insurrezione guidata da diversi gruppi di estremisti islamici. L’intervento dell’esercito francese e di altri paesi africani ha riportato sotto il controllo del governo la gran parte del territorio conquistato dai ribelli.
 
Le elezioni presidenziali erano inoltre una delle condizioni per il ricevimento di centinaia di milioni di dollari in aiuti internazionali. Secondo alcuni, sono state però organizzate in modo frettoloso e prematuro. L’International crisis group, un’organizzazione indipendente non governativa impegnata nella soluzione dei conflitti, aveva chiesto di posticiparle, ma il presidente ad interim Dioncounda Traoré aveva dichiarato: «prima si forma un nuovo governo, e prima ci si può occupare della crisi del paese».
 
Alcuni mezzi di informazione maliani e alcuni candidati hanno denunciato irregolarità nella distribuzione dei certificati elettorali. Tra questi, Tiébilé Dramé, ex ministro degli esteri che ha ritirato la propria candidatura in segno di protesta: «In una nazione di 16 milioni di persone, l’elenco dei quasi sette milioni di elettori registrati si è basato su un censimento del 2009. Questo significa però che migliaia di persone che hanno raggiunto la maggiore età non erano presenti sul vecchio elenco e non hanno potuto votare. Sono stati privati dei loro diritti costituzionali».