Annuncio in tv del capo di stato maggiore
Ansa - 22 maggio 2014
L'esercito thailandese ha appena annunciato un colpo di stato, in un discorso televisivo alla nazione tenuto dal capo di stato maggiore Prayuth Chan-ocha.
L'esercito ha preso il potere "per ripristinare l'ordine e spingere per il raggiungimento di riforme politiche", ha detto Prayuth annunciando il golpe, il 12esimo dal 1932 a oggi nel Paese. L'annuncio è arrivato al termine del secondo incontro con le principali parti politiche in un complesso militare della capitale.
Due giorni fa l'esercito aveva proclamato la legge marziale (negando che si trattasse dell'ennesimo golpe nel Paese) dopo sei mesi di crisi politica e scontri di piazza che hanno causato 28 morti e oltre 800 feriti.
Le 'camicie rosse' pro-governative thailandesi hanno annunciato "rappresaglie" contro il colpo di Stato appena annunciato. "Ora sì che è un golpe: aspettatevi rappresaglie", si legge in un tweet dell'account ufficiale del 'Fronte unito per la democrazia' fedele all'ex premier Thaksin Shinawatra, a sua volta deposto da un golpe nel 2006.
Thailandia: legge marziale, media censurati
Soldati schierati in centro a Bangkok.
Tolte le antenne a 10 tv. Usa: tutelare democrazia.
Giappone 'preoccupato'
Ansa - 20 maggio 2014
Soldati in centro a Bangkok
Dopo aver decretato la legge marziale in Thailandia, l'esercito ha anche ordinato la censura di tutti i media. Dieci canali tv sono stati addirittura privati delle antenne di trasmissione. Intanto soldati e mezzi militari sono stati schierati in centro a Bangkok. Manifestanti hanno affermato di essere stati circondati in un quartiere della capitale dai militari.
La legge marziale decretata dall'esercito thailandese deve essere "temporanea" e non deve mettere a rischio la democrazia, avvertono gli Stati Uniti. "Tutte le parti in campo devono rispettare i principi democratici e garantire la libertà d'espressione", afferma in un comunicato la portavoce del dipartimento di Stato americano Jen Psaki, esprimendo l'inquietudine di Washington per la crisi politica in Thailandia.
Il Giappone esprime una "grave preoccupazione" e auspica una soluzione pacifica ai disordini in Thailandia, dopo che l'esercito ha dichiarato la legge marziale. "Sollecitiamo con forza le parti interessate a dare prova di moderazione e a non usare la violenza - ha detto il portavoce del governo, Yoshihide Suga -. Speriamo vivamente che la situazione venga affrontata in modo pacifico e democratico". Tokyo prenderà tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini giapponesi che vivono in Thailandia.
Thailandia, invalidate elezioni politiche
Decisione della Corte costituzionale a causa blocco alcuni seggi
Ansa - 21 marzo 2014
BANGKOK - La Corte costituzionale della Thailandia ha invalidato stamani le elezioni legislative del 2 febbraio.I giudici della Corte, che hanno preso la decisione per 6 voti contro 3, si sono basati sul fatto che il voto non ha potuto essere tenuto in 28 circoscrizioni, a causa del blocco dei seggi da parte dei manifestanti dell'opposizione.
Per mesi i partiti di opposizione avevano manifestato in piazza chiedendo la destituzione del premier Yinluck Shinawatra, considerata un burattino nelle mani del fratello, l'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra. Negli scontri erano morte 10 persone e 600 erano rimaste ferite. Le manifestazioni di piazza si sono ormai sgonfiate, ma l'offensiva contro il governo del partito Puea Thai è continuata sul piano giudiziario, con numerosi ricorsi contro le elezioni. Quello accolto oggi era stato presentato da un professore di diritto dell'Università di Bangkok. In precedenza un ricorso simile del Partito democratico, all'opposizione, era stato respinto dalla Corte costituzionale. La decisione di oggi rappresenta una vittoria per gli oppositori. Il governo Shinawatra, in assenza di un parlamento, è ora costretto a occuparsi solo degli affari
Violenti scontri in Thailandia, tre morti
Tra le vittime un poliziotto. I manifestanti anti-governativi
hanno sparato e lanciato una granata, la polizia ha risposto
ANSA - 18 febbraio 2014
E' di un poliziotto morto ed almeno 33 persone ferite il bilancio degli scontri avvenuti questa mattina tra la polizia thailandese e i manifestanti governativi, nell'ambito di un blitz delle forze dell'ordine contro alcuni dei siti occupati dalla protesta in corso da novembre. Lo hanno comunicato fonti mediche.
La polizia è intervenuta nella zona dei ministeri, dove i manifestanti sono accampati da inizio novembre, e in particolare attorno alla sede del governo, "liberata" dalle forze dell'ordine la settimana scorsa ma poi riconquistata da alcune migliaia di anti-governativi una volta che la polizia ha mancato di presidiare l'area. Secondo una prima ricostruzione, la polizia ha dapprima impiegato proiettili di gomma, per passare poi anche a proiettili veri una volta che dalle barricate degli anti-governativi erano partiti colpi di arma da fuoco. Verso gli agenti è stata lanciata anche una granata, che ha provocato una decina di feriti. Ora la situazione è tornata calma. Da fine novembre, la crisi politica ha causato 12 morti e oltre 600 feriti.
Premier accusata da agenzia anti-corruzione - L'agenzia nazionale anti-corruzione ha deciso di accusare la prima ministra thailandese Yingluck Shinawatra di negligenza nell'ambito di un controverso programma di sussidio ai produttori di riso, che ha creato una voragine nel bilancio statale e costituisce uno dei motivi principali dell'attuale protesta anti-governativa. Lo riferiscono i media thailandesi, specificando che la premier è stata convocata per il 27 febbraio a un'udienza in cui le saranno letti i capi di imputazione.
Thailandia, la faida che divide il Paese
Dal 2005 premier e opposizione si combattono per il potere.
Il re Rama IX tace. Ma si teme un nuovo golpe militare
lettera43.it di Barbara Ciolli - 14 gennaio 2014
L'ordine dato a esercito e polizia è di non sparare sulla folla ma, come nel 2010, arrivati alle strette il sangue potrebbe tornare a scorrere.
Le elezioni politiche in Thailandia, fissate il 21 febbraio, sono alle porte e, per gli analisti del Paese, la situazione è «volatile». C'è chi non esclude neppure un golpe militare, con i quali la dinastia dei re siamesi ha lunga consuetudine: dal primo voto parlamentare del 1932, con il passaggio della monarchia da assoluta a costituzionale, 11 colpi di Stato sono stati messi a segno e sette sono stati sventati.
Calmate le acque, a dicembre 2013, per il compleanno del sovrano, l'87enne e venerato Rama IX, l'opposizione è tornata alla carica, promettendo di «paralizzare Bangkok».
VIA LA PREMIER YINGLUCK. Un fiume di oltre 30 mila thailandesi ha bloccato pacificamente le arterie della Capitale, annunciando di circondare i ministeri e tagliare acqua ed elettricità alle sontuose residenze private del premier Yingluck Shinawatra e dei membri del suo gabinetto.
Come nel 2008, le proteste di massa potrebbero durare mesi, fermando gli aeroporti internazionali con i voli carichi di turisti e merci da esportare. L'obiettivo è rovesciare il discusso primo ministro, in carica dal 2011, e nominare un Consiglio del popolo che, entro 18 mesi, scriva una nuova legge elettorale, mettendo all'angolo la famiglia miliardaria dei Shinawatra, al potere dal 2001, prima con il fratello Thaksin poi con Yingluck.
L'ESERCITO CON L'OPPOSIZIONE. Forte dell'appoggio popolare nel Nord, la premier tycoon ha offerto a Suthep Thaugsuban, leader dei contestatori, il rinvio del voto al 4 maggio.
Nel frattempo l'esercito - circa 18 mila, tra agenti e soldati, inviati a Bangkok - viene tenuto buono. La fiducia del governo nei militari, d'altra parte, è scarsa. Tra di loro, in piazza c'è chi inneggia a «mandare a casa i corrotti».
Nel 2006, fu proprio un colpo di Stato a far fuori Thaksin Shinawatra, riparato tra Londra e Dubai. Ora che a traballare è la sorella, Thaugsuban ha incontrato i vertici delle forze armate.
Dal golpe del 2006 alle proteste del 2013: la faida tra pro e anti Shinawatra
L'ex vice primo ministro e membro del Partito democratico (Dp), di ispirazione liberale, si è appellato anche alla saggezza del re.
Per Thaugsuban sta a Rama IX l'onere di nominare i membri del Consiglio del popolo e, attraverso di loro, un «uomo decente» che traghetti il Paese verso le riforme e il rinnovamento.
Dalla sua parte sono schierati la classe medio-alta del Paese, molti thailandesi del Sud e l'oligarchia dei monarchici e dei conservatori.
IL FANTASMA DI THAKSIN. Lo spettro da scongiurare è che, con il voto ormai imminente, torni al potere il sempreverde Shinawatra, re della televisione e dei telefoni beneamato tra le fasce rurali della popolazione, nonché, per molti, vero premier occulto del gabinetto della 46enne Yingluck.
Non a caso, è interesse del governo in carica andare alle urne il prima possibile, facendo leva sul consenso ancora maggioritario nella parte settentrionale e orientale del Paese, anche attraverso le offensive populiste e mediatiche nelle quali il cland dei Shinawatra è maestro.
THAILANDIA SPACCATA. In strada, a Bangkok, ci sono anche i supporter della governatrice che chiedono di votare. L'elettorato è polarizzato, anche perché l'agitatore dell'opposizione è - come i Shinawatra - un personaggio tutt'altro che sgombro da scandali.
Deposto dai militari durante un suo viaggio a New York dopo il trionfo elettorale del 2005, nel 2010 il tycoon delle antenne Thaksin, accusato di corruzione e abuso di potere, è stato inchiodato dalla magistratura per il conflitto d'interessi tra le sue a aziende private e l'incarico pubblico.
Sull'ex segretario del Dp Thaugsuban, viceversa, le accuse di corruzione pesano dai tempi della riforma agraria, che nel 1995 spazzarono via i liberali dal governo.
Governo corrotto e opposizione processata per i morti del 2010: il rebus di Bangkok
Anche dopo il golpe, nel 2007 Shinawatra, leader dell'odierno Pheu Thai (partito dei thailandesi), riuscì egualmente a far vincere, con ampio margine, le elezioni al Partito del potere popolare, nuova sigla del suo disciolto movimento.
Già duri con le insurrezioni durante il mandato diretto di Thaksin, anche per la grave crisi politica del 2008, l'entourage e gli alleati dell'ex premier milionario non si risparmiarono nella repressione delle proteste e dell'occupazione dell'aeroporto, con numerosi feriti e alcuni morti.
Messo fine, per mano della magistratura, al governo dei popolari, nel 2010 fu però l'esecutivo del Partito democratico a ordinare, durante le nuove sommosse, un pugno ancora più duro contro i supporter pro Shinawatra.
REPRESSIONI BIPARTISAN. Scontri e violenze che insanguinarono Bangkok, con un bilancio finale di oltre 80 caduti, tra civili e forze dell'ordine. E per i quali, nel 2013, i giudici hanno rinviato a giudizio proprio il capopopolo Thaugsuban, allora vice del premier Abhisit Vejjajiva.
Tra colpi e contraccolpi, la guerra tra il clan dei Shinawatra e il Partito democratico va avanti dal 2005, spaccando in due la Thailandia.
Thaugsuban e i suoi seguaci minacciano il blocco del Paese, la premier Yingluck lo «stato d'emergenza». Il popolo, più semplicemente e da ambo i lati, chiede che siano spazzati via i corrotti.
L'APPELLO AL RE RAMA IX. Dal rinfocolarsi delle proteste di due mesi fa, otto persone, incluso un poliziotto, sono rimaste uccise nei disordini. A gennaio la Commissione Nazionale Anticorruzione ha incriminato 308 politici, per lo più del Pheu Thai. E con l'avvicinarsi della scadenza, le violenze politiche potrebbero erompere.
Si attende una mossa a sorpresa dell'esercito o, meno probabile, del re. Almeno ufficialmente, sua maestà si è sempre tenuto fuori dalla faida. Per quanto alcuni lo vedano attivo, dietro le quinte, un cambiamento vero in Thailandia, per gli analisti, arriverà solo con la morte di Rama IX
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In Thailandia si va alle elezioni anticipate
Il primo ministro Yingluck Shinawatra ha annunciato
lo scioglimento del Parlamento, ma le grandi e colorate
proteste contro il governo a Bangkok continuano
Dopo settimane di proteste di piazza contro il governo, soprattutto nella capitale Bangkok, il primo ministro della Thailandia Yingluck Shinawatra ha annunciato lo scioglimento del Parlamento e le elezioni anticipate per risolvere la crisi politica nel paese. L’annuncio è stato dato ad alcune ore di distanza dalle dimissioni in massa dei parlamentari dell’opposizione e prima di una grande manifestazione, che è iniziata nella mattina di lunedì a Bangkok e a cui stanno partecipando diverse migliaia di persone.
Yingluck vinse le elezioni nel 2011 e da allora governa con difficoltà e frequenti proteste. È accusata di essere controllata dal fratello ed ex capo di governo Thaksin Shinawatra, in esilio volontario dal 2008 da quando un tribunale thailandese lo condannò in contumacia a due anni di carcere per appropriazione indebita. Il primo ministro dimissionario fa parte del partito populista Pheu Thai, che poteva contare su 265 seggi in Parlamento contro i 159 del Partito democratico di opposizione, tra i principali organizzatori delle manifestazioni di queste settimane.
Durante il suo discorso alla nazione, Yingluck Shinawatra ha spiegato che “il modo migliore per ridare potere ai thailandesi è di indire nuove elezioni”. La legge thailandese prevede che ci siano elezioni non oltre due mesi dallo scioglimento del Parlamento. Lunedì un portavoce del governo ha annunciato che si voterà il prossimo 2 febbraio.
Gli oppositori dicono di non essere soddisfatti dalle aperture del primo ministro: chiedono che sia rivisto il funzionamento dell’intero sistema democratico nel paese e che Yingluck e la sua famiglia lascino il paese. Nei giorni scorsi i manifestanti avevano chiesto di sostituire l’attuale governo politico con uno tecnico per affrontare il tema delle riforme.
Il Pheu Thai ha molti consensi nelle zone più povere e rurali della Thailandia ed è probabile che alle prossime elezioni ottenga la maggioranza, lasciando sostanzialmente invariata la situazione politica. I leader delle proteste antigovernative sostengono che “il regime di Thaksin” continua a esistere e che si continuerà a manifestare fino a quando non sarà stato dissolto. Diversi cortei hanno marciato lunedì verso la sede del Parlamento a Bangkok, ma non si sono registrati particolari momenti di tensione con la polizia, che ha seguito il corteo con centinaia di agenti disarmati. Decine di scuole sono state chiuse per precauzione.
Les opposants thaïlandais occupent
le siège du gouvernement
Liberation (AFP) 3 décembre 2013